La scelta del compressore a vite
La soluzione di Italprogetti ha permesso di rispondere anche a un’altra precisa necessità di Toscopaper. Oltre a dovere scegliere una tecnologia che riducesse in generale i volumi, una delle peculiarità dell’intervento era di adeguarsi agli spazi molto ristretti che si avevano a disposizione. Per questo motivo, spiega Bacchi, «si è resa necessaria una soluzione con reattori molto alti – oltre gli 8 metri di altezza – per i quali una tecnologia tradizionale, quale quella dei soffiatori a lobi, sarebbe stata estremamente dispendiosa in termini di energia. Si è optato, quindi, per due gruppi compressori WS 85/3P della serie ROBOX SCREW Low pressure di Robuschi che, grazie alla maggiore efficienza, hanno permesso di ridurre le potenze in gioco con grandi benefici per i costi operativi dell’impianto. I due gruppi compressori funzionano ognuno a una pressione di 880 mbar con una portata al massimo punto di lavoro di 1.994 Nm3/h». I compressori Robuschi sono oil free, e garantiscono un funzionamento ancora più rispettoso dell’ambiente (Certificazione Class 0, secondo la normativa ISO 8573-1); sono silenziosi, con un’emissione sonora minima, grazie alla compressione interna ad alto rendimento, silenziatori e cabine di ultima generazione e semplici da manutenere, grazie al design essenziale e robusto.
Uno dei motivi che rendono questa scelta impiantistica ideale per l’ammodernamento dell’esistente è proprio la sua capacità di migliorare e semplificare la gestione dell’impianto e di ridurre i consumi energetici, obiettivo esplicitato dallo stesso Bacchi. "A questo scopo insieme a Robuschi abbiamo operato un monitoraggio dei compressori, sui quali l’azienda è stata anche in grado di modificare l’assetto iniziale, agendo sulle pulegge e le cinghie dei compressori per ottimizzarne durata, manutenzione e soprattutto consumo energetico". Il compressore Robuschi, spiega l’ingegnere, è una soluzione a vite invece che una tradizionale a lobi, che "permette un’erogazione continua del flusso d’aria. Inoltre è provvisto di inverter che, in base alla concentrazione in vasca di ossigeno disciolto, modula la velocità dei soffiatori così da erogare solamente la quantità di aria strettamente necessaria, mantenendo l’ossigeno disciolto a valori ottimali e riducendo nel contempo il consumo energetico. Il compressore a vite inoltre permette di raggiungere pressioni in mandata più alte delle soluzioni a lobi; quando gli impianti si sviluppano in altezza, si dimostra quindi la scelta migliore e facilmente modulabile per i picchi di portate. Ma l’aspetto più interessante è che, soprattutto con altezze importanti, il dispendio energetico è ridotto rispetto alle soluzioni tradizionali, indicativamente tra il 15 e il 20% a seconda delle condizioni di lavoro", un vantaggio notevole che contribuisce a un rapido rientro economico dell’investimento fatto per l’impianto.
Opportunità nella carta
L’innovativo impianto di depurazione della cartiera Toscopaper è in funzione con successo dal 2013 e la collaborazione con i suoi fornitori continua con un servizio di assistenza costante. Ogni quindici giorni viene effettuato un controllo dell’impianto, misurandone le funzioni vitali, con operatori che agiscono recandosi direttamente in stabilimento per verificare di persona la rispondenza di tutti i parametri. A questo è affiancato anche un sistema di verifica da remoto attraverso il telecontrollo. "Ora il nostro obiettivo durante l’anno in corso» conclude Bacchi «è di potere replicare questa nostra tecnologia anche in altre realtà del settore cartario".